domenica, dicembre 30, 2007

Chiuso!


Il blog è chiuso ma non lo elimino totalmente perchè non ne ho voglia.

Mi rendo conto che non se ne poteva più:

di tutte quelle cacchio di mosche di quel matto di pedro (quante belle serate, quanti bei ricordi..)
di igor e del kiwi! che muore
di capo fortuna grande fratello berlusconi
delle palline che fanno cose strane e di thom yorke da piccolo che suona il banjo
dei replicanti fracichi e dei proverbi indiani
dei raccattapalle aborigeni e di quel coglione di tony montana
delle bombe atomiche e della guyana francese
della relatività di escher, di einstein e dei lego
di jimi andrews che è morto di trip
di agostino che è morto perchè l'hanno fatto morì
e di plinio e di tacito e d'o vesuvio che tanto è facile parlà quando chi c'è rimasto secco è tu zio.. mica te.

d'ora in avanti tutta la mia creatività si concentrerà su questo nuovo progetto.

Saluti a tutti... soprattutto a cartellino tenerellino.

lunedì, luglio 23, 2007

le mosche

Le Mosche - Pedro Fly Catch


Le mosche sono sicuramente tra gli insetti più fastidiosi... quando iniziano a svolazzarci intorno, invastidendoci continuamente, sono davvero irritanti!!
E il nostro povero Pedro sa benissimo di cosa stiamo parlando! Se ne stava tranquillo sul divano, quando una serie di mosche hanno cominciato a tormentarlo.



venerdì, aprile 27, 2007

Un doppiaggio di classe


[Ululato in sottofondo]
Inga: Lupo Ulula...
Dr. Frankenstein: Lupululà?
Igor: Là
Dr. Frankenstein: Cosa?
Igor [indicando]: Lupo ululà. Castello ululì.
Dr. Frankenstein: Ma come diavolo parli?
Igor: È lei che ha incominciato!
Dr. Frankenstein: No, non è vero!
Igor: Non insisto, è lei il padrone!

[Howling in the background]
Inga: Werewolf
Dr. Frankenstein: Werewolf?
Igor: There.
Dr. Frankenstein: What?
Igor: [pointing] There... wolf. There... castle.
Dr. Frankenstein: Why are you talking that way?
Igor: I thought you wanted to.
Dr. Frankenstein: No, I don't want to.
Igor: Suit yourself. I'm easy.

da wikiquote

mercoledì, aprile 25, 2007

mercoledì, marzo 07, 2007

La coperta di Monia



forse s'era creata troppa attesa.....

mercoledì, febbraio 07, 2007

martedì, dicembre 12, 2006

lunedì, ottobre 23, 2006

sabato, ottobre 07, 2006

giovedì, ottobre 05, 2006

venerdì, settembre 15, 2006

Trippy Trick



Quello che hai visto ricordalo perché quello che non hai visto ritorna a volare nel vento. (proverbio Navajo)

In terra de ciechi, beato chi c'ha n'occhio. (proverbio Romano)

wikiquote

giovedì, settembre 14, 2006

Genio



SAN PAOLO, 12 settembre 2006 - Il raccattapalle, invece di passare il pallone al portiere, lo calcia sottomisura e segna. Il guardalinee convalida, l'arbitro si dirige a centrocampo, un giocatore della squadra vittima della "svista" protesta e l'arbitro lo espelle. La squadra danneggiata a questo punto si lancia alla caccia del raccattapalle e del guardalinee, e la partita è sospesa.
È successo domenica scorsa durante un incontro per la Coppa FPF, un torneo tra 32 squadre dello stato di San Paolo di prima, seconda e terza divisione. A Santa Cruz do Rio Pardo si sfidavano la Santacruzense locale e il Clube Atletico Sorocaba, che vinceva per 1 a 0 quando un raccattapalle, invece di passare la palla al portiere del Sorocaba, ha pensato bene di tirare in porta, come non avevano fatto fino a quel momento gli attaccanti del club locale e, meglio ancora, segnando. Il guardalinee Marco Antonio de Andrade Motta Jr., non si sa ancora se per distrazione o in malafede, ha confermato la rete all'arbitro donna, Silvia Regina de Oliveira, che ha attribuito il gol al numero 9 del Santacruzense, il centravanti Samuel de Carvalho Almeida. Il terzino Samir del Sorocaba ha protestato violentemente, facendosi espellere.
A questo punto la situazione è sfuggita di mano al direttore di gara: vari giocatori della squadra ospite hanno formato una mischia da rugby addosso al guardialinee, evidentemente convinti della malafede dell'assistente, mentre gli altri, coadiuvati dalle riserve, hanno ingaggiato una caccia all'uomo ai danni del raccattapalle. Sulle tribune, i tifosi se le sono date di santa ragione. L'arbitro Silvia Regina de Oliveira, dopo 24 anni di onorato servizio, è stata sospesa dalla Federcalcio brasiliana, mentre per il guardialinee ha deciso di aspettare che venga dimesso dall'ospedale, dove si trovano anche una trentina di tifosi. Il Sorocaba ha chiesto l'annullamento e la ripetizione della partita, che si è comunque conclusa, e la CBF ha aperto un'inchiesta sugli incidenti, anche se i filmati dell'incontro non lasciano dubbi sull'accaduto.
da www.gazzetta.it

lunedì, settembre 11, 2006

Aborigeno



eh eh eh.. Internet secondo Corrado Guzzanti

The World Is Yours!



Siete solo una manica di coglioni! Sapete perché? Perché non avete il fegato per stare dove vorreste stare. Voi avete bisogno di gente come me, vi serve la gente come me, così potete puntare il vostro dito del cazzo e dire: "Quello è un uomo cattivo." Beh? E dopo come vi sentite, buoni? Voi non siete buoni. Sapete solo nascondervi, solo dire bugie. Io non ho questo problema. Io dico solo la verità, anche quando dico le bugie. Tony Montana

sabato, settembre 09, 2006

Atomic



La conquista dell'energia atomica ha cambiato tutto tranne il nostro modo di pensare... La soluzione dei nostri problemi si trova nel cuore dell'uomo. Se solo lo avessi saputo, avrei fatto l'orologiaio. Albert Einstein

giovedì, settembre 07, 2006

uno, due, tre, quattro, cinque, dietro front...


[...]
Sono trascorsi altri sei mesi. Faccio il punto e incido sul legno un bel 14. Ho un chiodo che mi serve soltanto una volta ogni sei mesi. Si, faccio il punto, la salute è sempre buona e sono molto su di tono.

Grazie ai miei viaggi nelle nuvole, è molto raro che abbia lunghe crisi di disperazione. Le supero molto rapidamente e mi preparo in tutti i particolari un viaggio reale o immaginario che scaccia le brutte idee. La morte di Celier mi aiuta molto a vincere questi momenti di crisi acuta. Mi dico: io vivo, vivo, io sono vivo e devo vivere, vivere, vivere per rivivere libero, un giorno. Lui che mi ha impedito di evadere, è morto e non sarà mai libero come un giorno lo sarò io, questo è certo, non c'è dubbio. In ogni modo, se anche esco a trentotto anni non sono vecchio, e la prossima fuga sarà quella buona, ne sono sicuro.

Uno, due, tre, quattro, cinque, dietro front; uno, due, tre, quattro, cinque, dietro front. Da qualche giorno le mie gambe sono nere e mi esce del sangue dalle gengive. Che faccio marco visita? Premo con il pollice la parte inferiore della gamba e ci rimane il segno. Si direbbe che sono pieno d'acqua. E' una settimana che non posso più camminare per dieci o dodici ore al giorno, faccio soltanto sei ore di marcia in due riprese e mi ritrovo stanchissimo. [...]

da Papillon - Henri Charrière

Relativiteit


My work is a game, a very serious game. M.C. Escher
(in foto una scultura di Andrew Lipson da www.andrewlipson.com)

mercoledì, settembre 06, 2006

American Anthem

Nino non aver paura...


Agostino Di Bartolomei (Roma, 8 aprile 1955 - San Marco di Castellabate, SA, 30 maggio 1994) era un calciatore italiano che giocava come centrocampista. Era alto 180 cm e pesava 71 kg.
Centrocampista forte tecnicamente e fisicamente roccioso, faceva della visione di gioco abbinata alla potenza la sua arma vincente. In possesso di un tiro potentissimo, usava battere punizioni e rigori con una percentuale altissima di realizzazione. Non essendo molto veloce, sostituiva questa sua carenza con il senso della posizione in campo. Regista di assoluta classe, ha guidato in particolare Roma e Milan da assoluto leader di centrocampo.

Crebbe come campione vicino a Tor Marancia, il quartiere in cui era nato, nell'Oratorio S. Filippo Neri alla Garbatella. Passò alla Roma giovanissimo, e si fece subito notare per la sua eccellente tecnica di gioco, entrando presto nella prima squadra della Roma.
Nel 1972 (stagione 72/73), giocò la sua prima partita in casacca giallorossa.
Nel 1975 andò in prestito al Vicenza, dove fece esperienza pronto a rientrare alla Roma per ricoprire un ruolo primario. Dalla stagione 76/77 Agostino Di Bartolomei diventò titolare inamovibile della Roma.
Con il ritorno di Nils Liedholm alla guida dei giallorossi, Di Bartolomei divenne il leader della squadra. Negli anni '80 raggiunse l'ambito ruolo di capitano della Roma. La stagione 1982/83 lo vide conquistare lo scudetto e segnare 7 gol in campionato, mentre la seguente, 1983/84, caratterizzata dalla sconfitta contro il Liverpool in finale di Coppa dei Campioni, fu l'ultima in giallorosso. In totale Dibba giocò con la Roma 237 gare, segnando 50 gol. In 11 stagioni giallorosse conquistò anche tre Coppe Italia.
Successivamente militò nelle file di Milan, Cesena e concluse la sua carriera nelle file della Salernitana, dove contribuì al raggiungimento della storica promozione in serie B dopo 24 anni di assenza.

Morì suicida il 30 maggio 1994, dopo essersi sparato un colpo di pistola a dieci anni esatti dalla finale di Coppa dei Campioni persa dalla Roma contro il Liverpool.

A lui e non a Bruno Conti è dedicata "La leva calcistica della classe '68" del cantautore Francesco De Gregori.

da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

il Grande Fratello ti osserva!




"La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza". 1984 - G.Orwell

venerdì, agosto 25, 2006

Vulcani



Plinio al suo Tacito
[...] era a Miseno e, presente, governava la flotta. Il 24 agosto era trascorsa appena un'ora dopo mezzogiorno e mia madre gli mostrava una nuvola che allora appariva, mai vista prima per grandezza e figura.
[...] la nube si levava, non sapevamo con certezza da quale monte, poichè guardavamo da lontano; solo più tardi si ebbe la cognizione che il monte fu il Vesuvio. La sua forma, era simile ad un pino più che a qualsiasi altro albero. Come da un tronco enorme la nube svettò nel cielo alto e si dilatava e quasi metteva rami. Credo, perchè prima un vigoroso soffio d'aria, intatto, la spinse in su, poi, sminuito l'abbandonò a se stessa o, anche perchè il suo peso la vinse, la nube si estenuava in un ampio ombrello: a tratti riluceva di immacolato biancore, a tratti appariva sporca, screziata di macchie secondo il prevalere della cenere o della terra che aveva sollevato con sé.
Era un uomo di grande cultura e ritenne opportuno osservare più da vicino il grande fenomeno.
[...] fa scendere in mare le quadriremi, vi prende posto. Egli vuole portare soccorso non solo a Rettina, ma molti, perchè la ridente contrada era frequentata.
[...] già sulle navi la cenere cadeva, più calda e più fitta man mano che si avvicinavano; già cadevano anche i pezzi di pomice e pietre annerite ed arse e spezzettate dal fuoco; già, inatteso un bassofondo e la riva, per la rovina del monte, impedisce lo sbarco.
[...] frattanto dal monte Vesuvio rilucevano in più di un punto estesi focolai di fiamme ed alte colonne di fuoco: il loro fulgore spiccava più chiaro delle tenebre della notte.
[...] già altrove era giorno, lì era notte: una notte più nera e fitta di tutte le notti. Tuttavia la rischiaravano molte bocche di fuoco e vari luci. [...]

Plinio al suo Tacito
[...] precedentemente, per la durata di molti giorni, la terra aveva tremato senza però che ci spaventassimo troppo, perchè i terremoti sono un fenomeno consueto in Campania. Ma quella notte, la terra tremò con particolare violenza e si ebbe l'impressione che ogni cosa veniva non scossa, ma rivoltata sottosopra [...]

(estratti dalle due lettere di Plinio il Giovane a Tacito nelle quali descrive l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. in cui morì lo zio Plinio il Vecchio. Le lettere rappresentano il primo documento scritto della vulcanologia. - traduzione di Marcello Gigante)