venerdì, agosto 25, 2006

Vulcani



Plinio al suo Tacito
[...] era a Miseno e, presente, governava la flotta. Il 24 agosto era trascorsa appena un'ora dopo mezzogiorno e mia madre gli mostrava una nuvola che allora appariva, mai vista prima per grandezza e figura.
[...] la nube si levava, non sapevamo con certezza da quale monte, poichè guardavamo da lontano; solo più tardi si ebbe la cognizione che il monte fu il Vesuvio. La sua forma, era simile ad un pino più che a qualsiasi altro albero. Come da un tronco enorme la nube svettò nel cielo alto e si dilatava e quasi metteva rami. Credo, perchè prima un vigoroso soffio d'aria, intatto, la spinse in su, poi, sminuito l'abbandonò a se stessa o, anche perchè il suo peso la vinse, la nube si estenuava in un ampio ombrello: a tratti riluceva di immacolato biancore, a tratti appariva sporca, screziata di macchie secondo il prevalere della cenere o della terra che aveva sollevato con sé.
Era un uomo di grande cultura e ritenne opportuno osservare più da vicino il grande fenomeno.
[...] fa scendere in mare le quadriremi, vi prende posto. Egli vuole portare soccorso non solo a Rettina, ma molti, perchè la ridente contrada era frequentata.
[...] già sulle navi la cenere cadeva, più calda e più fitta man mano che si avvicinavano; già cadevano anche i pezzi di pomice e pietre annerite ed arse e spezzettate dal fuoco; già, inatteso un bassofondo e la riva, per la rovina del monte, impedisce lo sbarco.
[...] frattanto dal monte Vesuvio rilucevano in più di un punto estesi focolai di fiamme ed alte colonne di fuoco: il loro fulgore spiccava più chiaro delle tenebre della notte.
[...] già altrove era giorno, lì era notte: una notte più nera e fitta di tutte le notti. Tuttavia la rischiaravano molte bocche di fuoco e vari luci. [...]

Plinio al suo Tacito
[...] precedentemente, per la durata di molti giorni, la terra aveva tremato senza però che ci spaventassimo troppo, perchè i terremoti sono un fenomeno consueto in Campania. Ma quella notte, la terra tremò con particolare violenza e si ebbe l'impressione che ogni cosa veniva non scossa, ma rivoltata sottosopra [...]

(estratti dalle due lettere di Plinio il Giovane a Tacito nelle quali descrive l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. in cui morì lo zio Plinio il Vecchio. Le lettere rappresentano il primo documento scritto della vulcanologia. - traduzione di Marcello Gigante)

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