giovedì, settembre 07, 2006

uno, due, tre, quattro, cinque, dietro front...


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Sono trascorsi altri sei mesi. Faccio il punto e incido sul legno un bel 14. Ho un chiodo che mi serve soltanto una volta ogni sei mesi. Si, faccio il punto, la salute è sempre buona e sono molto su di tono.

Grazie ai miei viaggi nelle nuvole, è molto raro che abbia lunghe crisi di disperazione. Le supero molto rapidamente e mi preparo in tutti i particolari un viaggio reale o immaginario che scaccia le brutte idee. La morte di Celier mi aiuta molto a vincere questi momenti di crisi acuta. Mi dico: io vivo, vivo, io sono vivo e devo vivere, vivere, vivere per rivivere libero, un giorno. Lui che mi ha impedito di evadere, è morto e non sarà mai libero come un giorno lo sarò io, questo è certo, non c'è dubbio. In ogni modo, se anche esco a trentotto anni non sono vecchio, e la prossima fuga sarà quella buona, ne sono sicuro.

Uno, due, tre, quattro, cinque, dietro front; uno, due, tre, quattro, cinque, dietro front. Da qualche giorno le mie gambe sono nere e mi esce del sangue dalle gengive. Che faccio marco visita? Premo con il pollice la parte inferiore della gamba e ci rimane il segno. Si direbbe che sono pieno d'acqua. E' una settimana che non posso più camminare per dieci o dodici ore al giorno, faccio soltanto sei ore di marcia in due riprese e mi ritrovo stanchissimo. [...]

da Papillon - Henri Charrière

1 commento:

Anonimo ha detto...

Papillon è un "grande"!!!!
Ciao!